La camera di sangue e il gusto per l’orrido della narrazione di Angela Carter
Angela Carter, autrice di spicco nella letteratura inglese e di fama internazionale, pubblica La camera di sangue nel 1979. Il testo, ispirato all’opera Barbablù di Perrault, presenta un notevole e particolare gusto per l’orrido, il gotico e il macabro. Tale narrazione spinge il lettore ad evadere dalla realtà quotidiana e dal concetto di plausibilità.
Una prigione dorata
La giovane adolescente protagonista del racconto sposa un vecchio e ricco marchese, vedovo di numerose mogli, scomparse in circostanze poco chiare. Arrivata al suo castello, inaccessibile e completamente isolato dal resto del mondo, la ragazza inizia a notare nella biblioteca libri di argomento erotico e sadico. In seguito compaiono altri elementi che la mettono in guardia sui gusti del marchese. Nonostante tutte le comodità che la dimora offre, la giovane, turbata dalle macabre scoperte e lontana dagli affetti più cari, inizia a sentirsi in trappola, come all’interno di una prigione dorata. Questa sensazione si fa più forte quando il marito la informa che deve partire per un viaggio d’affari. Il marchese le concede di entrare in tutte le camere, eccetto una. In sua assenza tuttavia la ragazza disobbedisce a tale ordine entrando nella stanza proibita. Nella Camera di sangue ciò che vede sono i cadaveri delle precedenti mogli del marchese…
Il gusto per l’orrido
Diversi e numerosi sono gli elementi macabri che Angela Carter introduce nel testo e che preannunciano un’immagine come quella della Camera di sangue. All’inizio del racconto il marchese dona alla giovane un girocollo di rubini, che al lettore attento ricorda una lama che stringe il collo della fanciulla. É infatti grande l’attenzione che Angela Carter conferisce ai particolari, giocando con un’alternanza di elementi realistici e gotici. Tra questi ultimi, oltre ai libri d’argomento erotico e sadico sopracitati, si può ricordare il forte odore di cuoio all’interno della biblioteca del marchese, che rimanda all’uso della frusta nei suoi giochi sadici. Ancora una camera da letto circondata da specchi, che pone l’atto sessuale tra la fanciulla e il marchese in un rapporto vittima-carnefice.
La camera di sangue
Quanto la ragazza vede una volta entrata all’interno della Camera di sangue, viene raccontato dall’autrice con forte realismo e crudezza. I corpi delle ex mogli del marchese giacciono morti, dopo aver subito atroci violenze. Sono ancora trafitti dalle armi dell’omicidio. Per terra una pozza di sangue. La chiave della stanza cade a terra, macchiandosi. Nonostante i diversi tentativi della fanciulla, il segno non va via. Sarà proprio quella macchia a causare la decisione finale del marchese: una sentenza di morte per decapitazione, a causa della disobbedienza della ragazza. Malgrado il racconto presenti un lieto fine, La camera di sangue non può essere quindi letta senza sottolineare il gusto per l’orrido, le sfumature di perversione e i dettagli macabri che Angela Carter conferisce a uno dei testi più celebri della sua produzione.