Privacy Policy Intervista a Cynthia Storari - Festival Shakespeare 2018 - The Serendipity Periodical
Intervista a Cynthia Storari - Festival Shakespeare 2018

Intervista a Cynthia Storari – Festival Shakespeare 2018

The Serendipity Periodical ha intervistato Cynthia Storari durante il festival Shakespeare 2018 – Teatro Cometa Off di Roma

The Serendipity Periodical ha avuto l’occasione di essere presente agli spettacoli teatrali del teatro Cometa off di Roma patrocinati dal progetto Shakespeare 2018. Dal 17 al 21 ottobre sono state messe in scena 4 opere del bardo rivisitate in chiave moderna. Questo omaggio al grande drammaturgo inglese nasce dalla sinergia tra la Sycamore T Company (Roma) e la Casa Shakespeare (Verona) come continuazione di Shakespeare Re-Loaded Festival svolto in occasione dell’anniversario della morte dello scrittore. Durante il festival The Serendipity ha intervistato Cynthia Storari che, da sempre appassionata delle opere del bardo, collabora da anni con il club di Giulietta di Verona. La sua passione l’ha portata ad aprire il festival Shakespeare 2018 con un reading “Lettere d’amore scritte a mano” affidato a Tamara Bartolini e Michele Baronio.

Intervista a Cynthia Storari - Festival Shakespeare 2018
Mat Photo 2013

Il progetto – cinema e teatro insieme

Il progetto Shakespeare 2018 è formato dalla componente teatrale e di molti elementi legati al mondo cinematografico. Un ruolo chiave è giocato dalla serie Sh-ort-akespeare ovvero dei cortometraggi interpretati da attori emergenti del panorama teatrale e cinematografico italiano che diventeranno poi una presenza permanente nel S.I.M di Verona. Altro elemento legato al mondo del cinema è stata la mostra di  memorabilia con foto d’epoca e pezzi rari in onore dell’anniversario di due capolavori: i cinquant’anni del “Romeo e Giulietta” di Zeffirelli e i venticinque di “Molto rumore per nulla” di Branagh.

L’idea di questo festival è figlia delle varie collaborazioni che hanno avuto luogo nel 2016 per festeggiare il quattro centenario della morte del bardo. Questo festival però ha una prospettiva ed un intento precisi, ovvero mostrare il lato “pop” della poetica shakespeariana. Come è nato il progetto?

E’ stato abbastanza naturale per me e per Solimano Pontarollo, il co-produttore e titolare della Casa Shakespeare di Verona, collegare la nascita del suo Shakespeare Interactive Museum all’interno del teatro Satiro Off di Verona con il 50nario di “Romeo e Giulietta” di Zeffirelli e il 25nale di “Molto Rumore per Nulla” di Ken Branagh.  In fondo lavoriamo a teatro e ci siamo conosciuti grazie al nostro amore per Shakespeare che è nato grazie a questi due film. Il cinema è arte pop per eccellenza e Shakespeare era nella sua epoca un grande autore popolare. Da qui l’idea di sottolineare la natura “popolare” così inscindibile dalla sua alta poetica del bardo.

Tutti gli spettacoli presentati sono stati realizzati dalla compagnia Sycamore T Company anche se ogni progetto ha interpreti e registi diversi. Come sono nate le differenti proposte di messa in scena? Avete lavorato in parallelo influenzandovi a vicenda od ogni spettacolo è stato elaborato separatamente?

Sono spettacoli elaborati tutti in tempi e modalità differenti da attori e registi che però collaborano tutti da tempo con la Sycamore T Company. Essere amici e aiutarsi a vicenda fa nascere complicità, affetto e stima e aiuta a realizzare in piena armonia un progetto che ha comportato anche tempi di montaggio brevissimi e grande coordinamento fra attori, teatro e tecnici. Ogni spettacolo illustra inoltre un modo di raffrontarsi a Shakespeare così com’è stato per lo Shakesperare re-loaded festival del 2016.

I corti e la mostra completano il festival rendendolo una manifestazione a tutto tondo per quanto riguarda le arti visive. Si omaggia Shakespeare ma grandi artisti come Zeffirelli e Branagh; come mai è stato deciso di aggiungere questo complemento filmico? Ci puoi raccontare della realizzazione dei corti?

Come ho detto, l’arte popolare è il cinema, ancora di più i canali televisivi e il web. La realizzazione dei frammenti di Sh-ort-akespeare si presta a tutti questi utilizzi, anche se all’inizio tutto era nato come realizzazione prettamente rivolta ad un pubblico di elite culturale italiano. Sfumata quella collaborazione, come spesso accade nel nostro lavoro, ho preferito continuare nella realizzazione del progetto per fermare nella loro pienezza artistica alcuni attori e attrici che ammiro molto e che sono spesso conosciuti solo in un aspetto della loro attività attoriale. Da noi in Italia non è come nei paesi anglosassoni dove è possibile lavorare in teatro e televisione in modo più semplice. Mi è piaciuto sfatare questo pregiudizio, realizzando delle opere minuscole ma pregevoli che da sole raccontano una storia.

In questo momento storico assistiamo a una diffidenza generale nei confronti del teatro. Il festival però mostra la volontà di innovare a livello teatrale rimanendo legati a una tradizione importante come quella shakespeariana. Cosa pensa sia necessario fare per ravvivare l’attuale panorama teatrale italiano?

Sono sfiduciata nei confronti del teatro italiano, quindi davvero non so rispondere. Fare teatro è difficile, complicato e forse è davvero solo impresa da giovani, dove però essere giovani è davvero complesso.

Per concludere, cosa l’ha spinta ad avvicinarsi al mondo del teatro? Come ci è riuscita e soprattutto cosa consiglia ad un giovane interessato ad intraprendere una carriera in questo ambito?

Sono appassionata di teatro da sempre, ma erano tempi diversi i miei, il teatro si conosceva anche in televisione. Da adulta ho creato una pagina web – ma parliamo di ventidue anni fa – dedicata a Shakespeare. Sono stata una delle prime italiane a navigare sul web e per altro non avevo grande concorrenza. Ho creato così una piccola comunità di appassionati e ho iniziato a conoscere gli attori, i registi e a collaborare con loro grazie anche alle mie competenze amministrative. Conoscere molto bene tutto ciò di cui si ha bisogno per mettere su uno spettacolo teatrale è essenziale. L’unico consiglio che posso dare è il seguente: prima di iniziare questa carriera fate anche un corso molto specifico su tutto ciò che può servire per lavorare in Italia, rapportarsi con i teatri e con questo mondo in generale. Essere manager di se stessi sta diventando ormai essenziale per realizzare la propria arte e non dipendere da nessuno. Il lato artistico è meraviglioso ma non basta – ad esempio Shakespeare era, oltre ad un magnifico drammaturgo, un grande imprenditore teatrale e le due cose non si sono mai ostacolate a vicenda!

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