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"Quaderno proibito" di Alba de Céspedes

“Quaderno proibito” di Alba de Céspedes

Libri dimenticati e perduti

Quaderno proibito è un romanzo di Alba de Céspedes, pubblicato nel 1952 e scritto sotto forma di diario. La protagonista è Valeria Cossati, una casalinga romana di quarantadue anni con due figli ormai quasi adulti. Un giorno cede all’impulso di comprare un quaderno nero su cui scrivere le sue impressioni sulla vita quotidiana. Questo quaderno è proibito per due ragioni: la prima è che è stato acquistato di domenica quando non era consentita la vendita di articoli diversi dai tabacchi. La seconda è che il quaderno è proibito proprio perché deve rimanere segreto. Per Valeria sarebbe impossibile spiegare a suo marito Michele e ai suoi figli Riccardo e Mirella l’esistenza di pensieri intimi che non riguardano la famiglia. Le pagine sono intrise di pensieri scritti di fretta, di solito durante la notte, quando tutti dormono.

Quaderno proibito di Alba de Céspedes, credits ibs.it

Alba de Céspedes

Alba de Céspedes (1911-1997) nasce a Roma da madre italiana e padre cubano. Suo nonno è stato il primo Presidente della Repubblica cubana nel 1869. Appartiene quindi ad una famiglia facoltosa ed impegnata dal punto di vista politico. La giovane si forma in questo ambiente e sviluppa le sue idee in controtendenza. Giornalista e scrittrice, partecipa alla Resistenza e fonda nel 1944 la rivista «Mercurio. Mensile di politica arte e scienze», voce degli intellettuali antifascisti. Scrive romanzi e sceneggiature, vive negli Stati Uniti e poi a Parigi. È stata una delle protagoniste della letteratura italiana del novecento.

Sebbene la critica abbia inserito le sue opere nel contesto della letteratura rosa, lei ha sempre mirato alla produzione di scritti di un certo spessore etico e intellettuale. Nella lettura delle sue opere, infatti, si può rilevare il suo impegno politico e culturale, testimonianza della raffinata scrittura di quest’autrice. Uno dei suoi romanzi più famosi è Quaderno proibito, attraverso il quale riesce a cogliere con straordinaria sensibilità il momento di emersione di un disagio, che trova pian piano la strada per farsi parola e coscienza individuale. La protagonista, alle prese con due figli ormai adulti e una vita vuota, rappresenta le donne cresciute in una società che non legittima la soggettività.

Alba de Céspedes, credits bookbankpiacenza.com

Quaderno proibito: la storia

Quando Valeria comincia a scrivere, questi pensieri non hanno ancora una forma definita. Sono racconti di un’ordinaria vita domestica: Valeria lavora in un ufficio e allo stesso tempo si prende cura della casa, Michele è un buon capofamiglia e Riccardo e Mirella frequentano l’università. Piano piano Valeria si accorge di non essere nient’altro che moglie e madre. In casa è una figura indispensabile per suo marito e per suo figlio Riccardo, mentre la sua presenza è meno importante per sua figlia Mirella, che è sempre più autonoma.

Anche la vita in casa non è più serena come all’inizio: Michele reprime la frustrazione di aver accantonato il suo sogno di diventare uno scrittore. Riccardo cerca una stabilità emotiva replicando con la fidanzata le dinamiche familiari in cui è cresciuto. Mirella frequenta un uomo sposato e molto più grande di lei e pretende una libertà che Valeria disapprova e invidia allo stesso tempo. L’unico luogo in cui la protagonista può smettere di essere una moglie e una madre ed essere semplicemente Valeria è l’ufficio. È proprio qui, infatti, che instaura una relazione con il suo capo: un malinconico tentativo di fuga dalla realtà.

In questo romanzo l’autrice adotta il punto di vista della madre, incastrata in un ruolo dal quale ormai non può più fuggire. La sessualità repressa di Valeria è una delle tante cose che la rendono prigioniera. L’amarezza di una donna adulta che si rende conto di essersi privata di una piena conoscenza di sé per dei valori in cui forse neanche lei stessa crede sul serio. È quasi un percorso di autoanalisi, compiuto tramite la parola scritta. Come afferma la stessa autrice, la portata rivoluzionaria di questo testo sta nell’aver individuato nella famiglia il luogo in cui nasce l’oppressione della donna, aprendo una questione che era ancora taciuta. Alla sua uscita, questo romanzo ebbe un grandissimo successo, tanto che ne furono tratti uno spettacolo teatrale nel 1962 e uno sceneggiato televisivo nel 1980.

Bibliografia: “Identità e differenze. Introduzione agli studi delle donne e di genere”, Maria Serena Sapegno

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