Privacy Policy "Lacci" di Domenico Starnone - Con gli occhi verso un nuovo libro - The Serendipity Periodical

“Lacci” di Domenico Starnone – Con gli occhi verso un nuovo libro

Lacci di Domenico Starnone è un libro coinvolgente, perfetto per una lettura estiva. Sì, è tempo di estate, di vacanze e di tornare a leggere in riva al mare. É arrivato il momento di lasciarsi andare e riposarsi; stare sotto al sole cocente, sdraiati sui granelli di sabbia o poggiati sulla parete irregolare di uno scoglio. È tempo di tornare ad assaporare l’emozioni di un buon libro da sfogliare. Lacci di Starnone è una lettura che offre questa possibilità. Dà modo al lettore di conoscere, scoprire ed espandere i propri orizzonti letterari e per questo è una bellissima scoperta, oltre che una piacevole lettura.

Lacci, Domenico Starnone - Con gli occhi verso un nuovo libro
Lacci, Domenico Starnone – Cover

Lacci

Pubblicato dalla Einaudi nel 2014, Lacci è un micro-libricino esile ma intenso e ricco di contenuti su cui riflettere. Consigliatissimo il film che ne è stato tratto dal regista Daniele Luchetti, presentato come opera di apertura della 77esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Sulla copertina un paio di scarpe in pelle nera, di fattura pregevole, e dei lacci annodati in primo piano. Le punte delle scarpe collimano tagliando in modo netto, calibrato e in modo equidistante la distanza tra una scarpa e l’altra. Il tutto omologato come se fosse dipinto seguendo le indicazioni di una formula matematica. Il risultato di questa equazione lo si può ricercare nella lettura del libro. 

Lacci e formule astratte

Dando un primo sguardo sembrerebbe tutto collegato con quel simbolismo filtrato dal titolo scelto da Domenico Starnone, appunto, Lacci. Il significato del termine scelto come titolo del romanzo appare sin dalla prima pagina attraverso delle formule dal significato apparentemente turbolento quasi astratto. La trama si apre quando gran parte della successione degli eventi si è svolta. Il lettore si appresta a leggere le conseguenze degli atti di Aldo, coniuge di Vanda, uomo che si vede recapitare l’ennesima lettera da parte della moglie, disperata e innocente, peraltro, rimasta sola a crescere i suoi due piccoli figli Sandro e Anna

I legami in Lacci

I quesiti irrisolti di Vanda trovano risposte nel ripercorrere le vicende che hanno portato suo marito a tradirla con quella che era una sua studentessa ovvero Lidia. Una donna in cui si riflette la personalità istintiva di Aldo, in qualche modo anche il suo riflesso libero.  Aldo grazie alla propria arbitrarietà è riuscito a slegare i lacci ricavandone due estremità: da una parte scegliere di continuare a vivere legato al mondo familiare insieme a Vanda sentendosi obbligato a vivere con una donna per la quale non prova più determinate sensazioni e stimoli; dall’altra parte del cappio, invece, è determinato a riconquistare la sua libertà amando una nuova donna altrettanto libera riassaporando quei piaceri che non prova più da tempo.

Ha scelto di abbandonare la sua famiglia per convivere insieme a Lidia. In questo modo, Aldo, si è trovato avviluppato in una raffica di turbolenze, pieno di contrasti interiori. In realtà non gli importa molto di tutto questo; si trova sempre impacciato insieme a loro, non sa gestire la situazione. Non li conosce e si estranea da loro. Le prime pagine occupate dalla depressione irreversibile di Vanda chiudono la lettera con uno spiraglio d’illusione tale da poter attingere al buonsenso per non perdere le distanze dal padre dei suoi figli. La successione degli eventi riprende dalla fine quando Aldo, ormai anziano, dopo essere stato lasciato, abbandonato da Lidia, nello stesso modo in cui lui aveva lasciato sua moglie, decide di rientrare da quella porta che aveva chiuso davanti gli occhi dei propri figli, in qualche modo i lacci si richiudono passando attraverso la rassegnazione di fronte una scelta sbagliata.

Niente torna come prima

L’imbarazzo si veste nei silenzi all’interno delle quattro mura domestiche senza trovare una spiegazione al perché Vanda lo abbia fatto rientrare a casa sua. Quella fiducia persa, quella promessa ormai infranta non potranno più essere colmate dal perdono. Non c’è posto alla misericordia. Aldo teneva molti segreti nella sua biblioteca, nello studio in cui rientrava per ricordarsi della bella Lidia. Proprio quando sembra che la serenità sia stata raggiunta, i due coniugi, tornando a casa, improvvisamente trovano tutto messo a soqquadro come se fossero entrati i ladri. Si sa, le conseguenze si riversano sempre nei figli e nella loro crescita. Nella loro coscienza che acquista verità e conoscenza man mano che si diventa grandi. Le cose prima o poi si scoprono. L’ inconsapevolezza degli errori dei propri genitori viene ripagato attraverso la rabbia dei propri figli pronti a mettere in difficoltà i propri cari ripagandoli con la sfiducia.

Le voci narrative

Le diverse voci presenti nella narrazione offrono al lettore molteplici visioni di un atto ingenuo e delle conseguenze in cui traversano le loro vite. Domenico Starnone utilizza le voci dei 4 membri del nucleo familiare, esclusa Lidia, per trascrivere in modo esplicito, come per difendersi anche da eventuali accuse, le conseguenze dei loro atti. Tutti hanno la piena consapevolezza che l’armonia familiare sgualcita dall’adulterio di Aldo abbia così creato un senso di vendetta uniforme alle scelte dei loro genitori. Aldo ha abbandonato la propria famiglia e i propri figli, lasciandoli senza un valore che li potesse rendere differenti da tutti gli altri. La colpa non è solo di Aldo attenzione.

Lo spazio del tempo varia, lasciando solchi all’interno della narrazione conformati in ulteriori quesiti, stavolta da parte del lettore. Ci si potrebbe chiedere “E qui poi cosa accade? Cosa succede in tutto quest’intervallo di tempo? E poi?”.  Lo stile di Starnone, la scelta accurata delle parole, offre al lettore i tratti cognitivi di quest’esuberante vita familiare morsa dal reflusso irresponsabile dei propri genitori e delle loro scelte. Fabula e intreccio non corrispondono, non camminano di pari passo nelle pagine del libro. Si trovano scomposte in differenti nuclei di narrazione predisposti a mo’ di puzzle tali da permettere al lettore di ricostruire l’immagine, nello smarrimento prescritto, sin dall’inizio, da Vanda. Il romanzo, secondo chi scrive è psicologico, assapora il tratto di una confessione di fronte gli occhi di una psicoterapista grazie alla quale ci si sfoga parlando di eventuali problemi comportamentali.

Lacci, Domenico Starnone - Con gli occhi verso un nuovo libro
Credits foto www.elle.com

L’autore

Nasce a Saviano nel 1943. Ancor prima di scoprirsi scrittore, insegna per lungo tempo nelle classi di scuola media e di scuola superiore. Successivamente intraprende la carriera giornalistica come redattore delle pagine del Manifesto, ha collaborato con altre testate giornalistiche come L’Unità, La Repubblica e Il Corriere Della Sera. Attualmente scrive per la rubrica “parole” del settimanale Internazionale. Ha esordito come scrittore nel 1987 con Ex cattedra, racconto di un anno scolastico. Ha scritto molti libri satirici riguardo il mondo scolastico interpretandolo sia dal punto di vista dei docenti che degli studenti. A partire dal 1993 ha cominciato a scrivere anche per il cinema e la televisione: dai suoi libri sono stati tratti vari film come La scuola (1995) di Daniele Luchetti, Auguri professore (1997) di Riccardo Milani, Denti (2000) di Gabriele Salvatores e la serie televisiva Fuoriclasse (2011-2015).

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