Privacy Policy La casualità dei social network e l'intervista ad Alessandra Libertini - The Serendipity Periodical
La casualità dei social network e l’incontro con Alessandra Libertini

La casualità dei social network e l’intervista ad Alessandra Libertini

Alessandra Libertini e le sue poesie – i social network e un nuovo modo di fare arte

Alessandra Libertini e le sue poesie sono un contenuto fresco che è possibile trovare su diversi canali social. Credete negli incontri casuali che i social network propongono? All’inizio, effettivamente si può rimanere increduli e scettici. Ma con uno sguardo attento si può notare che vi sono moltissimi validi contenuti tutti racchiusi in uno spazio aperto a tutti e per tutti, un vero e proprio mondo artistico nuovo da scoprire. Così facendo ci si è imbattuti nelle poesie di Alessandra Libertini, poesie dal sapore nuovo, fresco, lineare e lontanissime dai costumi d’oggi. Sono poesie armonizzate da un utilizzo bello, limpido e penetrante di ogni singolo elemento.

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Alessandra Libertini

Cosa vuol dire fare poesia al giorno d’oggi? Cosa ne pensi del panorama contemporaneo?

Bisogna distinguere gli ambiti in cui si intende “fare poesia”. Se questa attività viene identificata come un mestiere, diventa un apparato sacrificabile, non necessario, un prodotto oggi poco vendibile. È un ambiente molto chiuso dove spiccano pochi nomi, ed è un vero paradosso: belle o brutte che siano, le poesie vengono scritte da milioni di persone, almeno una volta nella vita. Se si parla dell’ambito personale, in relazione a questo, ci sono innumerevoli spunti nel mondo di oggi per dedicarsi alla composizione di versi. La mia speranza è che ci sia sempre più concorrenza: significherebbe riportare in auge un’attività che non è di certo perduta ma che, nel panorama letterario, spesso passa in secondo piano, magari sugli scaffali dietro i libri istantanei. Per quanto riguarda il panorama contemporaneo, soprattutto nazionale, posso fare un’analisi da lettrice: mi sembra un po’ stantio. E mi sembra che il successo istantaneo dei social abbia pervaso anche questo settore senza pietà.

Cos’è per te la poesia? Come la spiegheresti? Hai sempre scritto in poesia o hai avuto un periodo in cui scrivevi in prosa ?

Comincio con il rispondere che io scrivo sia prosa che poesia. Entrambe le produzioni vengono progettate, elaborate, disfatte e rielaborate allo stesso identico modo, consultando molte fonti, affidandomi agli occhi di un editor che vada a caccia con me dell’errore. Nel 2016 ho pubblicato il mio primo romanzo, Un balcone su Bombay, e oltre all’attività poetica sto portando avanti la stesura di altri progetti letterari differenti. Rispondere alla prima domanda è difficilissimo, non riuscirei a rispondere senza cadere nelle ovvietà di rito. Fare poesia è qualcosa di assolutamente necessario per me, da sempre. Probabilmente è semplicemente il canale in cui riesco a inserire le mie emozioni prima che mi travolgano ed è dunque un modo sano di elaborarle.

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Un balcone su Bombay di Alessandra Libertini

Quali sono i tuoi progetti futuri?

In ambito letterario, i miei progetti sono semplici: portare a termine ciò che adesso è procrastinabile come se non lo fosse mai stato. Oltre ciò, sto strutturando un corso di composizione di testi musicali e dei corsi di scrittura creativa. Infine, il mio progetto più importante è far crescere il mio service letterario con l’aiuto prezioso di una socia davvero in gamba, che mi accompagna dalla nascita dei miei progetti e ha curato insieme a me la struttura delle mie produzioni.

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Alessandra Libertini – Il ricordo che ho di te

Alessandra Libertini

Nata a Latina nel 1986. Col dono della scrittura, all’età di sei anni ha iniziato a muovere i suoi primi passi insieme all’instancabile penna, “Ero una bambina già grande forse” trasformando il volo delle occasioni in versi di parole. La lettura e la scrittura sono gli elementi della sua essenza su cui si è costruita la propria vita.  “Non credo di sapere fare molto altro nella vita che mettere su carta quello che sono, ci penso da quando mi sveglio a quando vado a dormire”. Alessandra, durante il suo percorso di studi ha ottenuto una Laurea in Letteratura e Traduzione, una in Arti Visive ed un Master in Editoria e ComunicazioneTra il 2016 e il 2019 è finalista in a vari concorsi letterari tra cui il Premio Letterario “Salvatore Quasimodo” 2017, vincendolo, con il romanzo “Un balcone su Bombay” pubblicato nel 2016. Si autodefinisce una persona

introspettiva da morire, non so se sono brava ma sono sincera, sono umana

Il mestiere di scrivere poesie

Amante della Beat Generation, e in particolare, di Allen Ginsberg Alessandra Libertini afferma:

Porsi davanti la descrizione della realtà interiore di Ginsberg è come osservare degli acquerelli 10×10 su un muro scuro. Acquerelli impolverati di giardini. Una realtà circoscritta ma che lascia un’infinità di possibilità all’immaginazione. Ed è crudo. Crudo da morire. È come spremere un pompelmo con le dita e mettersele negli occhi ma godere ancora del profumo.

Non è attratta solamente dal genio di Newark. La sua femminilità rende la poesia piena di passione; Plath, Candiani, Cavalli, Sexton e Kaur, contornano la fragranza l’essenza delle parole profumate d’amore, di femminilità e di passione.  Libertini adora definire la sua poesia “autoreferenziale”. Un’ispirazione che nasce dall’ascolto dei suoni e dei movimenti esterni amplificati e rispecchiati nella propria empatia. Un poesia che cresce insieme all’esperienza, si scopre, si rinnova, cambia, cresce. 

Lo stile poetico

Non amo molto la poesia contemporanea che ricalca il passato con quei termini altisonanti e desueti.

Lo stile poetico di Alessandra Libertini si muove in versi liberi armonizzati dall’uso meticoloso dei significati di ogni singolo elemento all’interno della sua arte. Il frutto del suo conscio/inconscio calibra la sua fantasia. Versi di rappresentazioni oniriche ed evocative della realtà intuibili dal lettore grazie ad un linguaggio semplice e facile da capire. Una poesia ed uno stile moderno, insoliti, capaci di far credere che l’arte di saper verseggiare d’oggi è qualcosa che non si trova così facilmente fra gli scaffali di una qualsiasi libreria importante. È qualcosa lontana dall’economia e vicina all’originalità delle proprie capacità.

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