Privacy Policy "Margherita nel cemento" - intervista a Jaco Poesse - The Serendipity Periodical
"Margherita nel cemento" - intervista a Jaco Poesse

“Margherita nel cemento” – intervista a Jaco Poesse

Margherita nel cemento, un’intervista per scoprire di più su Jaco Poesse e la sua musica

A Tenerife ho lavorato anche in un bar sulla spiaggia in ciabatte e occhiali da sole; il mare di notte e il caldo. Una città magica, dove vivere e starci non tanto d’estate ma durante quelle stagioni più fredde, perché lì c’è sempre il sole. Tenerife ti dice “esci, non stare a casa!”. E’ una vita diversa e surreale.

 

Jaco Poesse nasce a Roma e, dopo aver concluso gli studi, decide di vivere prima a Londra, poi a Tenerife, tornando poi, dopo 5 anni, a casa. Persone diverse, città con stili di vita opposti; conoscere ed essere a contatto con realtà differenti, vivendo soprattutto all’estero negli ultimi anni gli ha regalato la possibilità di ritrovarsi e riconoscere la musica come la sua passione. Lontano da casa, Jaco Poesse, dopo aver vissuto in una delle metropoli più caotiche e grigie d’Europa, ed essere rimasto affascinato dal suono della musica e dall’insolito e magico stile di vita di Tenerife, è tornato a Roma, per vivere questa seconda opportunità, quella di esprimere se stesso con la sua musica.

Un percorso che approda nella musica, come sei arrivato fin qui?

Quello che dico sempre è che molto dipende da te; io sono partito da Roma perché sentivo che non mi stava più dando gli stimoli giusti. Ma sono arrivato nel mondo della musica solo qualche anno dopo quando, lasciato il caos di quella che definirei una città – in senso positivo – decisamente “weird”, mi sono trasferito a Tenerife. Lì ho conosciuto gente che faceva musica; spesso mi ritrovavo in bar piuttosto che locali dove c’era sempre il suono di una chitarra o di qualcuno che stava lì a cantare. Vivere lì mi ha aiutato a riconoscere questa mia passione e mi ha completamente rapito; sono rimasto affascinato dalla musica. E forse è così che riassumerei l’inizio di questo percorso. In ogni caso anche le persone che mi sono state accanto mi hanno aiutato; come è stato per una mia cara amica di Londra, coinquilina con me a Tenerife che mi diceva “Ma perché tutte queste cose che mi racconti non le scrivi?”; da lei ho ricevuto in regalo un diario sul quale ho iniziato a scrivere i miei pensieri basati sulle mie esperienze passate. Rileggendoli ho notato che il mio modo di scrivere era per assonanze, le parole creavano suoni… e da lì ho allora scritto la prima parte di “Margherita nel cemento”.

Margherita nel cemento, quale storia ci racconta?

Non parlo di una margherita o di Margherita; ma la mia canzone è la storia di diverse ragazze che ho conosciuto nel corso degli anni. Essenzialmente racconto di due persone che si trovano bene, cioè stare insieme all’inizio di una relazione è sempre bello; è difficile che si litighi o che qualcosa vada storto. Ma a volte, o forse spesso, capita poi, che anche dopo poco tempo, non ci trova più e tutto scema; la passione, la voglia di stare insieme e l’interesse che si prova per l’altro. Racconto di parti della mia vita, di alcune storie che in qualche modo ho vissuto in prima persona; in definitiva però parlo anche di quello che queste ragazze avevano in comune: tutte loro non erano quella giusta, per lo meno inizialmente ognuna di loro sembrava esserlo ma poi nessuna lo era. Quando una relazione finisce ripenso sempre a quanto di positivo c’è stato, non sono una persona rancorosa.

 

Giuro che con te avrei girato il mondo

Avrei fermato il tempo per un momento

Sognavo ad occhi aperti margherite nel cemento

 

"Margherita nel cemento" - intervista a Jaco Poesse
Jaco Poesse

Vivere lontani da casa, dalla famiglia; com’è stato?

Penso che ognuno abbia il suo motivo che magari a volte è professionale, a volte personale; io sono stato spinto dalla noia e dalla voglia di provare cose nuove. Ho deciso di fare le mie esperienze a Londra e all’inizio era tutto bello e coinvolgente. Mi ricordo la prima volta che sono arrivato lì, volevo solo vivermela bene quell’esperienza; non c’era assolutamente la paura di essere solo. Lavoravo a Corso Trieste a Roma e non mi piaceva più stare qui, quindi la mia idea era lasciare tutto e andare a Barcellona; ma quando sono partito e ho preso la decisione di lasciare casa, e quindi Roma, ho deciso di seguire il consiglio di quello che all’epoca era il mio capo. Così sono partito per Londra, una città che ti fa crescere tanto, ti fa bene e ti forma come uomo; per me è stata la scelta migliore che potessi fare, mi ha aperto la mente e mi ha dato la possibilità di confrontarmi con persone di altre culture rispetto alla mia. Non avere più nessuna barriera di tipo culturale e linguistico e quindi avere la possibilità di comunicare con persone che vengono da ogni parte del mondo, dalla Polonia, o dalla Tailandia, è stato come ricevere in regalo una chiave con cui capire di più su di me e sugli altri.

E Roma cos’è per te?

Roma è casa e Roma è famiglia. Ora che sono tornato lo sento anche di più; con il fatto che sono stato via 5 anni, adesso rivivermi la vicinanza con i miei, mia sorella, gli amici di sempre è bello. Sono una persona sensibile e sono molto legato alla mia famiglia e Roma è tutto questo oltre che la possibilità di esprimermi con la lingua che sento mia. Ho capito che scrivere e cantare in italiano era quello che volevo e ora Roma è per me una seconda opportunità. E’ come una nuova città; quando me ne sono andato vedevo Roma con occhi diversi, quelli di chi non ci trova nulla, oggi la guardo Roma con altre prospettive e la osservo con nuovo interesse. Le motivazioni che ho trovato fuori, stando all’estero, le sto vivendo qui. Quando ero lontano da casa ascoltavo canzoni nostalgiche dei cantanti più romani che abbiamo e l’immagine che avevo di Roma, quando ripenso alla mia città, era il cielo. Nonostante io sia passato dal cielo grigio di Londra a quello sempre pulito di Tenerife, le sfumature del cielo di Roma con le sue 4 stagioni mi sono mancate.

Progetti, cosa programmi nel prossimo futuro?

Sono tornato a Roma per vivermi bene questa seconda opportunità e adesso il progetto è pubblicare la seconda canzone che penso di poter fare uscire per dicembre. Il mio sogno adesso è pubblicare le 10 canzoni che ho scritto nel corso degli ultimi tempi; da quando ho iniziato ad annotare i miei pensieri su quel diario, ho scritto tanto. Il punto fondamentale ogni volta è sempre selezionare cosa risulta valido e vero e cosa invece è meno forte. Voglio fare quello che mi fa sentire vivo; voglio concentrarmi e lavorare sul mio album. Le canzoni di cui ti parlo sono legate tra loro; l’argomento principale è l’amore, quello bello, brutto, finito male, sfumato. In tutto questo c’è anche altro, come i sentimenti che si provano quando si è lontani da casa, o quelli che si vivono viaggiando in aereo, partendo da una parte e arrivando da un’altra; le stranezze del viaggio. Mettere per iscritto e poi far diventare tutto una canzone è come dargli vita; è una sensazione incredibile. Prima hai tutto in mente e poi ti accorgi di averla resa viva, bellissimo.

Cosa consigli a chi ha una passione come la tua?

Ho scoperto questa passione da poco, nonostante io sia sempre stato vicino alla musica; è come se avesse sempre camminato affianco a me senza che me ne accorgessi. Il mio consiglio è provare a capire se stessi; scavare per capire cosa ci piace e cosa ci fa stare bene. Io mi ritengo fortunato, perché ho capito che questo, cioè fare musica, la mia musica, è quello che mi fa stare bene. La vita non deve essere standardizzata; non siamo robot, viviamo di emozioni e di cose che succedono. Il consiglio è non fermarsi mai fino a quando non si è riusciti a trovare la propria strada.

Un commento su ““Margherita nel cemento” – intervista a Jaco Poesse

  1. Grande Jaki… Sono orgogliosa di te e mi emoziono tantissimo. Vai alla grande.. Sei tutti noi!!!! Ti ho visto nascere e crescere.. Un bacio dalla zia natala… 😍😍😍😍😍😍😍😍😍😍😍

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