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Garcia Lorca-Gli ultimi versi prima di morire

“Così come non mi sono preoccupato di nascere, non mi preoccupo di morire”- Garcia Lorca il poeta della libertà

Cos’è l’uomo
senza libertà
Oh Mariana
dimmi
Dimmi come
posso amarti
Se io non
sono libero,
dimmi
Come posso
offrirti il mio
cuore
Se lui non è

mio.

Federico García Lorca declama questa poesia prima di essere fucilato dai fascisti di Francisco Franco nel 1936, perché era socialista e omosessuale. Un documento della polizia franchista, ritrovato solamente nel 2015, indicava le ragioni dell’esecuzione: “massone appartenente alla loggia Alhambra, praticava l’omosessualità e altre aberrazioni”. Il suo corpo non è mai stato ritrovato. Durante la sua vita ha vissuto un conflitto interiore, lo dimostrano le lettere inviate agli amici più intimi. I suoi contatti e le sue relazioni sociali, in realtà nascondevano un’intima sofferenza e un malessere dovuto al fatto di nascondere e non poter vivere serenamente la propria omosessualità.

La guerra civile

In quel periodo, era in atto la guerra civile spagnola che durò dal 1936 fino al 1939. Questa guerra scoppia a causa dell’insurrezione dei militari fascisti, guidati dal generale Francisco Franco, che si oppongono al fronte popolare che aveva vinto le elezioni nella giovane Repubblica iberica. Tacitamente il complotto militare fu appoggiato da quasi
tutta la borghesia e dalla Chiesa. La guerra civile in Spagna può essere considerata come un preannuncio della seconda guerra mondiale, dove sono già evidenti i due schieramenti: da un lato i fascisti e dall’altro tutti quelli che vi si opponevano. Da entrambe le parti vi fu una strage feroce: a destra l’esercito cercò di eliminare tutti i possibili simpatizzanti del governo, inclusi coloro che avevano semplicemente votato per la sinistra. A sinistra, allontanamento della polizia e dell’esercito a causa della rivolta, permise una persecuzione non ufficiale, ma non meno sanguinosa, guidata dagli anarchici e da alcune sezioni del partito comunista o socialista. Pur essendo all’origine una faccenda esclusivamente spagnola, la guerra assunse i caratteri di una “crisi internazionale”.

Lorca poeta del destino tragico

Federico García Lorca (Fuente Vaqueros, 5 giugno 1898 – Viznar, 19 agosto 1936) è senza dubbio il poeta più famoso della Spagna del Novecento, e il tragico destino della sua vita, ne ha fatto un simbolo della Spagna sacrificata nella lotta per la libertà.  Facendo un confronto con gli altri poeti del suo tempo, si può affermare che Lorca è uno dei meno letterati. Era poeta, drammaturgo e regista teatrale. Egli non vedeva soltanto, ma sapeva vedere e quindi costruire un discorso. Questo suo discorso aveva come unico oggetto il tragico destino dell’uomo e questo presentimento della tragedia è ben visibile nelle sue poesie e nel suo teatro.

Le ultime parole in punto di morte

Questi versi di Federico García Lorca, sebbene scritti più di mezzo secolo fa, ci dovrebbero far riflettere. Il tema centrale è quello della libertà. Per libertà si intende la capacità di un uomo di agire senza costrizioni o impedimenti esterni. Un uomo che ne è privo non può essere libero di amare, di esistere e di compiere qualsiasi altro tipo di
azione. La libertà è un diritto inalienabile, una priorità, e nessuno dovrebbe rinunciarvi. Il caso particolare di Lorca e della sua fucilazione, ci porta a riflettere su una tematica attuale, anche se a volte è ancora considerata un tabù: l’omosessualità.

Egli fu arrestato e fucilato perché omosessuale, perché non aveva la libertà di scegliere chi essere e chi amare. Nessun uomo può essere considerato libero di fronte a queste costrizioni. Anche oggi, molte persone non si sentono libere di esprimere e vivere la loro omosessualità e i loro sentimenti perché ci troviamo all’interno di una società piena di pregiudizi. La libertà è proprio questo: fare le proprie scelte con consapevolezza, senza aver paura di essere giudicati e criticati in maniera negativa da qualcun altro. Tutti abbiamo il diritto di poter essere noi stessi.

Bibliografia

 

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