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E. A. Poe

E. A. Poe: la vita oscura del maestro del terrore

Grinswold e l’influenza della critica nella creazione dell’immagine di Poe

Edgar Allan Poe passa alla storia come uno sregolato, un alcolista e un consumatore abituale di droghe. Tuttavia, questo aspetto riguarda solo i suoi ultimissimi anni di vita. La nomea di scrittore maledetto con cui Poe è passato alla storia, infatti, viene ingigantita niente meno che dal suo esecutore letterario: Rufus Griswold. Griswold è un critico con cui Poe ha una lunga storia di dissapori, che scrisse un necrologio con l’intento di infangarne la memoria, più che commemorarla: dipinge il defunto scrittore come un perverso tossico alcolizzato. Ottiene però l’effetto contrario a quello sperato.

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Illustrazione de Il Ritratto Ovale, uno dei racconti più celebri di Allan Poe (credits: losbuffo.com)

La giovinezza tormentata di Poe

Poe nasce nel 1809, figlio di due teatranti. Quando solo due anni dopo muoiono entrambi, il suo destino sarà legato ai tutori. Seguendo gli affari del tutore, Edgar passa anche un lungo periodo in Gran Bretagna, la cui influenza si farà sentire nella sua produzione letteraria; basti pensare che studia in una scuola adiacente a un cimitero, presso cui vengono svolte anche alcune lezioni. Tornato negli Stati Uniti, Poe segue in maniera discontinua dei corsi universitari, sperperando nel gioco i soldi del tutore. Quando la situazione si fa insostenibile lascia definitivamente l’accademia, preferendole la vita militare. Ma non è comunque felice, e il suo unico conforto sembra essere la scrittura: del 1827 è Tamerlano, un poema epico, a cui seguono due raccolte poetiche.

Il primo scrittore americano di mestiere

Oggi è difficile per un autore vivere solo di scrittura, ma in pieno Diciannovesimo secolo la situazione è indubbiamente peggiore. L’assenza di una legge sul diritto d’autore costringe a vendere la propria opera al migliore offerente. Edgar Allan Poe resta quindi senza un soldo in tasca e, nonostante la qualità e la peculiarità dei suoi racconti gli conferiscano notevole celebrità, non verrà mai davvero capito e apprezzato dal grande pubblico. Pubblica il Manoscritto trovato in una bottiglia, del 1833, e le Avventure di Gordon Pym, del 1838 mentre lavora come critico. Attorno al 1840 sposa Virginia Clem, neppure quattordicenne. Poe, in difficoltà economiche e con una moglie bambina, pubblica La caduta della casa degli Usher e I delitti della Rue Morgue, considerato il primo racconto poliziesco della storia.

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E. A. Poe e la moglie Virginia (credits: www.sulromanzo.it)

La morte misteriosa di Allan Poe

Edgar Allan Poe viene trovato a Baltimora delirante e in fin di vita nel 1849, e muore senza aver mai riacquistato coscienza: aveva solo quarant’anni. Al funerale partecipano meno di dieci persone: lo scrittore era completamente solo, al punto che non si riescono a chiarire neppure le circostanze della sua morte. L’unica cosa certa è che nel delirio continua a ripetere ossessivamente “Reynolds”: non si è mai potuto scoprire a cosa si riferisse. Edgar Allan Poe è morto per abuso di alcol? Rabbia? Epilessia? Colera? Tutte ipotesi possibili, ma la più accreditata, al momento, è che si sia trattato di un caso di cooping, una pratica elettorale fraudolenta.

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