Privacy Policy I perché del Medioevo di Giulia Boccardi - The Serendipity Periodical
https://www.newtoncompton.com/libro/i-perche-del-medioevo/edizione/ebook/9788822750587

I perché del Medioevo di Giulia Boccardi

Giulia Boccardi, autrice del libro “I perché del Medioevo”, edito da Newton Compton Editori (2020), guida il lettore, attraverso aneddoti, storie e leggende, nei meandri di un’età, quella del Medioevo, ricca di chiaroscuri che gode, oggi, di un rinnovato interesse non solo da parte degli addetti ai lavori. L’espediente astuto con il quale Boccardi interagisce con il lettore è quello, solo apparentemente ingenuo, dei perché. Perché i tornei andavano così di moda? Perché senza che sia mai esistito si parla di ius primae noctis? Il quesito aggancia il lettore solleticando una curiosità che la scrittrice riesce a soddisfare in maniera piacevole e divertente ma sempre verificata storicamente con accuratezza.

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Come mai nell’epoca moderna si sogna il Medioevo?

Generalmente l’essere umano è portato a sognare ed evocare autentiche età dell’oro per sfuggire al tempo presente, è qualcosa che spesso si fa senza nemmeno rendersene conto, e il Medioevo si presta molto bene a questa attitudine umana, perché è l’epoca che più si sente lontana da noi ma che, invece, è quella a noi più vicina.

Davvero? Puoi spiegarci meglio?

Tutta la modernità è figlia del Medioevo. Ad esempio, nel libro c’è un capitolo che parla della nascita del cognome moderno, o dei modi di dire, o ancora della mentalità di oggi, che in fondo è figlia dell’epoca più soggetta a pregiudizi di ogni sorta.

È vero, sentiamo spesso dire a tal proposito che il Medioevo è un’epoca molto buia. Perché è nato questo pregiudizio?

Come scrivo ne I perché del Medioevo, questo pregiudizio ha una radice molto lontana, che risale addirittura al Rinascimento, il periodo che al Medioevo pone fine. Furono infatti gli stessi uomini rinascimentali a parlare di un’epoca buia, dalla quale (appunto) rinascere! È stato quindi un pregiudizio nato fin da subito, che poi è stato alimentato nel tempo e che, a volte, resiste ancora oggi.

Anche perché l’invenzione stessa del Medioevo […] risale al XV secolo, termine coniato appunto da “uomini moderni”. Gli uomini medievali, in fondo, si sentivano essi stessi uomini moderni o, almeno, più moderni rispetto agli antichi. L’idea stessa di Medioevo rimanda a un’idea assurda, quella di un «vuoto tra due pieni», parafrasando ancora una volta le parole dello storico Montanari. E, in fondo, come definire dieci secoli un’epoca di vuoto? Sarebbe ad ogni modo impossibile

Rispetto a questo pregiudizio del quale mi parli, c’è qualcosa che il presente possa invidiare al passato, nello specifico al Medioevo?

Sicuramente viviamo in un’epoca di costanti stimoli, e anche annoiarsi, oggi, è un lusso che non tutti possono permettersi. Ecco, nemmeno nel Medioevo si annoiavano: in fondo, lavoravano sempre, contadini, monaci e nel Basso Medioevo i commercianti e i banchieri. Tuttavia, la loro vita era diversa dalla nostra, più semplice o “genuina”, magari. Forse il loro pregio più grande era quello di affrontare i problemi quando erano concreti, davanti agli occhi; noi ce li andiamo a cercare! – scherza la scrittrice.

Caliamoci allora nel Medioevo! Quale sarebbe la tua giornata tipo se potessi tornare indietro?

Bellissima domanda! Sicuramente sarei una nobildonna, passerei la giornata a scegliere gli abiti con i quali andare al torneo del cavaliere più ambito della giostra. Però, se dovessi rispondere razionalmente, ti direi che nel Medioevo era preferibile essere un uomo.

E perché?

Perché la condizione della donna nel Medioevo, come scrivo nel mio libro, è in realtà una “non condizione”. La donna era infatti sempre “figlia di, moglie di, madre di”: e solo raramente aveva una sua condizione sociale stabile. Ad esempio, se diventava monaca, il suo ruolo sociale era già deciso, e quasi scritto. Altrimenti doveva diventare, appunto, moglie o madre. La situazione migliorò un po’ nel Basso Medioevo perché, nell’ambito della rinascita delle città, molte donne iniziarono a lavorare come imprenditrici o commercianti, soprattutto dopo la morte del marito.

Le donne del Medioevo non potevano aspirare a un ruolo sociale, a una classe specifica. La donna medievale era sempre figlia di qualcuno o moglie di qualcun altro e, a parte casi eccezionali di cui faremo cenno, essa non aveva nessun ruolo specifico nella società del tempo, ma rientrava semplicemente nella “categoria” donna. Certo, in particolari condizioni essa era classificabile come contadina, castellana, monaca, santa talvolta, ma al di là di queste particolari “professioni”, il ruolo della donna del Medioevo era generalmente legato a come gli uomini la percepivano e al rapporto che tale donna aveva con uno di essi (padre, fratello, marito, figlio). La donna era donna perché legata o meno a vincoli di parentela con gli uomini, ed ecco comparire allora vergini, maritate, madri e vedove.

Il Medioevo sembra proprio essere un vaso di Pandora traboccante di misteri e leggende… Sono sicura che troverò le risposte nel tuo libro! Il Medioevo ci riserverà nuove sorprese? Vado diretta al punto: scriverai ancora?

Sì, certo. Scrivere di Medioevo è ormai quasi una missione: quella di cancellare i pregiudizi di cui parlavamo prima e lasciare solo il meglio, ovvero un’epoca densa di mistero e leggende, che non finirà mai abbastanza di stupirci!

https://www.newtoncompton.com/autore/giulia-boccardi

Nata a Roma nel 1987. Ha studiato presso l’Università di Roma La Sapienza, laureandosi in Archivistica e Biblioteconomia e successivamente in Scienze Storiche. È docente di Storia e Filosofia in un liceo romano. Nel 2014 ha pubblicato il romanzo storico L’eco del vento tra le mani e l’articolo Pietro Abelardo sulla rivista «Paedagogica» nel 2018. Nel 2019 è stata co-curatrice del volume Cronaca di Fra Michele Minorita.

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