Privacy Policy Rivers State: l'Inquinamento, Ken Saro-Wiwa e il MOSOP
Rivers State: l'Inquinamento, Ken Saro-Wiwa e il MOSOP

Rivers State: l’Inquinamento, Ken Saro-Wiwa e il MOSOP

Il Rivers State, un profilo generale

Il Rivers State, chiamato comunemente “Rivers”, è uno dei 36 stati federati della Nigeria, situato nella regione del Delta del Niger, all’estremo sud del paese, con capitale Port Harcourt. Lo stato venne fondato nel 1967, quando, alla vigilia della guerra del Biafra, si separò dall’ ex Nigeria Orientale (Eastern Region).

L’ente nazionale idrocarburi non mi prende sul serio, eppure l’acqua era acqua; il cibo, sano; un tetto, un letto, un po’ di rispetto non sono mai mancati

Il Teatro Degli Orrori, “Gli Stati Uniti d’Africa”.

La popolazione del Niger

Con una popolazione di 5.198.716 abitanti, a partire dal censimento del 2006, il Rivers risulta essere il sesto stato più popoloso del paese, con un’estensione totale di 11.077 km2, per una densità di 635,89 abitanti per Km2. La popolazione non risulta omogenea, divisa in molteplici gruppi, tra i quali spiccano i popoli Yoruba, Hausa, Igbo, Ikwerre, Ijaw ed Ogoni, per un totale di circa 250 gruppi etnici. Rilevante è, dunque, anche la diversità linguistica, che consta ben 28 lingue indigene parlate nella regione oltre a quella ufficiale dello stato nigeriano (inglese) e le altre minori (Hausa,Yoruba, Igbo, Edo).

L’economia del Niger

Al di là della ricchezza culturale, il Rivers risulta essere il secondo stato nigeriano per Prodotto Interno Lordo. La regione è infatti ricca di petrolio e più del 60% della produzione di greggio del paese è estratta dal sottosuolo dello “Stato dei Fiumi”. Tuttavia a tanta abbondanza di materia prima non è corrisposto il benessere delle popolazioni indigene. Queste, a causa della cattiva gestione della risorsa e alla corruzione dilagante all’interno dello stato, non hanno tratto significativi vantaggi dall’estrazione del petrolio, versando in uno stato di povertà che continua tutt’oggi.

L’inquinamento del Rivers State

Oltre alla povertà dilagante, il Rivers acquistò particolare notorietà all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso per l’inquinamento causato dalle trivellazioni costanti e disordinate. L’estrazione del petrolio, che qui viene effettuata sin dai tempi della dominazione inglese, e poi, con l’indipendenza della Nigeria (avvenuta nel 1960), continuata per conto delle compagnie petrolifere grazie al beneplacito del governo centrale, ha causato la distruzione dell’ecosistema del Delta del Niger, a scapito delle popolazioni numericamente minoritarie, stanziate a ridosso dei territori del fiume.

Uniti per la Nigeria

All’indomani della guerra del Biafra, furono molteplici i territori confiscati alle suddette popolazioni per essere adibiti a tale pratica di estrazione. I popoli minoritari rischiarono, a causa degli idrocarburi dispersi nell’aria e alle vessazioni del governo centrale nigeriano, una vera e propria estinzione a ridosso degli anni ’80. Fu in questo periodo che emersero varie figure di intellettuali le quali, consce del pericolo alle porte, si batterono per il raggiungimento dei diritti basilari di una società. In particolare spicca l’operato di Ken Saro-Wiwa, intellettuale Ogoni (gli Ogoni sono un gruppo minoritario, si stima che l’intera popolazione sia oggi di 500.000 abitanti concentrati principalmente nella regioni del Delta del Niger).

Rivers State: l'Inquinamento, Ken Saro-Wiwa e il MOSOP
Rivers State: l’Inquinamento, Ken Saro-Wiwa e il MOSOP Credits : www.beccogiallo.it

Egli, per quasi un trentennio, dalla metà degli anni ’60 al 1995, anno della sua esecuzione, combatté per i diritti del suo popolo. Ken Saro-Wiwa lottò per il raggiungimento di un compromesso economico tra il governo centrale e gli Ogoni criticando, a più riprese, l’operato delle compagnie petrolifere nell’area, in particolare la Shell.

L’inquinamento accidentale

L’inquinamento da petrolio è una contaminazione dell’ambiente (del suolo, dell’aria e, in misura anche maggiore, dell’acqua) causata da ogni genere di idrocarburi, ovvero dal petrolio greggio e dai suoi derivati. Questo inquinamento può essere sistematico o accidentale. Dei casi accidentali il più noto è il riversamento, in mare, di ingenti quantità di petrolio a causa di incidenti di navigazione delle petroliere. Questi incidenti rischiano seriamente di distruggere l’ecosistema marino in cui il petrolio si riversa. Possono essere citati come esempi i disastri petroliferi di Santa Barbara (2015), di Tauranga (2011) o delle Galapàgos (2001).

L’inquinamento sistematico

Per inquinamento sistematico si intende, invece, quel tipo di inquinamento causato consapevolmente dall’attività umana. L’esportazione del greggio è, lo abbiamo detto, la prima fonte di guadagno della Nigeria, ma non solo. Nel mondo, in questi ultimi anni soprattutto, la produzione di petrolio si è andata sempre più intensificando, arrivando a produrre, secondo i dati del 2016, circa 80.622.000 barili al giorno. Possiamo facilmente comprendere quanto siano alti i rischi che conseguono all’estrazione di così enormi quantità di greggio. Rischi che aumentano progressivamente nel caso in cui gli oleodotti siano obsoleti o vengano bruciate, senza misure di prevenzione per l’ambiente, ingenti quantità di petrolio meno pregiato.

Rivers State: l’Inquinamento Credits : www.left.it

Le trivellazioni e l’inquinamento nel Rivers State

Veniamo dunque a parlare delle estrazioni nel Rivers e, più in generale, nei territori del Delta del Niger. Come sappiamo, questo è uno dei territori più ricchi di petrolio dell’Africa. Le estrazioni vengono effettuate sin dagli anni ’50 del secolo scorso. Gli impianti, tuttavia, ad oggi risultano essere obsoleti. Le perdite sono frequenti e i tentativi di risolvere il problema, bruciando i residui dispersi sul terreno o lasciando che il petrolio disperso finisca con il degradarsi al calore del sole, hanno ottenuto soltanto un effetto deleterio. Ciò ha causato la formazione di croste sterili sui terreni tali da renderli inutilizzabili. A causa di queste, la produzione agricola nelle ultime due decadi è crollata drasticamente. La produzione di cacao è diminuita del 43% (la Nigeria era una delle prime esportatrici di cacao negli
anni ’60), la produzione del grano è diminuita del 29%, quella del cotone del 65%, quella delle arachidi del 64%.

L’ecosistema e l’economia del Rivers

L’ecosistema del Niger e l’economia della regione, dunque, sono stati, in meno di mezzo secolo, irrimediabilmente compromessi dagli interessi delle compagnie petrolifere. A ciò deve essere aggiunto un altro particolare rilevante: i proventi del petrolio, dall’inizio degli anni novanta, non sono stati equamente distribuiti tra le popolazioni indigene ed il governo federale. Alle prime era destinato l’1,5% del ricavato, al secondo il restante 98,5%. Risulta facile, a questo punto comprendere quanta sia stata (e quale sia) la voglia di riscatto che ha portato gli intellettuali e i capi delle popolazioni del Rivers a sollevarsi contro il potere del governo nigeriano. Dall’inizio degli anni novanta sono stati molteplici i popoli ad unirsi in movimenti organizzati.

Ken Saro-Wiwa e il MOSOP

Ogni mio sforzo era teso a migliorare la vita del popolo Ogoni e, per estensione, delle minoranze
etniche e dei popoli indigeni della Nigeria e dell’Africa.

Ken Saro-Wiwa.

Kenule Beeson Saro-Wiwa, detto Ken (Bori, 10 ottobre 1941- Port Harcourt, 10 novembre 1995) è stato uno scrittore, poeta ed attivista nigeriano. Ritenuto uno degli intellettuali più significativi dell’Africa postcoloniale, Saro-Wiwa cominciò il suo attivismo in difesa del popolo Ogoni negli ultimi anni ’60, a ridosso della guerra civile nigeriana, come egli stesso scrive nel suo ultimo libro: “Il mio interesse per la causa Ogoni era una vera e propria professione di fede, nata già quando frequentavo la scuola elementare, sbocciata nel periodo del liceo, e messa in pratica nel corso della
guerra civile nigeriana del 1967-70 e durante la mia attività di membro del consiglio esecutivo del
Rivers State tra il 1968 e il 1973”.

Le imprese di Saro-Wiwa

Ken Wiwa, durante tutto l’arco della sua vita, non abbandonerà mai la propria causa, quella cioè di riunire in un’associazione i popoli del Delta del Niger, la quale riuscisse a salvaguardare gli interessi della comunità, creando così un’opposizione non violenta al potere del regime nigeriano. Tra le proposte che avanzò ve ne furono molteplici, come la pubblicazione del pamphlet The Ogoni Nationality Today and Tomorrow (uno scritto in cui si esortava i gruppi divisi a prendere atto della loro “posizione di chiara debolezza” e ad arginare tutti i contrasti personali in vista di un obiettivo comune), la sottoscrizione di una “Carta dei diritti degli Ogoni” nel 1990 ( un’ opera in cui era ripercorsa lo storia coloniale e postcoloniale degli Ogoni e, in virtù delle sofferenze subite, erano avanzate delle richieste al governo federale), o la già menzionata fondazione del MOSOP nello stesso anno.

Ken Saro-Wiwa Credits www.left.it

Tuttavia, fu dal 1992 che Ken Saro-Wiwa ed il suo gruppo riuscirono a porre l’attenzione del mondo sulla Nigeria e, in particolare, sull’operato delle compagnie petrolifere. Dopo innumerevoli viaggi nei paesi dell’occidente prese contatto con i documentaristi Glenn Ellis e Kay Bishop. Grazie a loro venne trasmesso su Channel 4 il documentario The Heat of the Moment sulle attività della Shell nei paesi del terzo mondo (all’indomani delle violenze della polizia nigeriana nei confronti dei manifestanti della comunità Etche).

Le sue battaglie

L’avvenimento di maggior risonanza avvenne, però, nel gennaio del 1993, quando venne organizzata una marcia non violenta di protesta nei territori a maggioranza Ogoni. L’evento, seguito anche da GreenPeace, ottenne grande risonanza, tanto che la Shell fu costretta a ritirare dalla Nigeria alcuni dei propri manager e ad emettere un comunicato ufficiale in cui affermava che col suo operato aveva dato “un contributo sostanziale allo sviluppo economico di questo grande e complesso paese africano, contribuendo inoltre al potere del progresso africano”. I dati che la Shell riportava erano in parte veritieri: il 32% della popolazione aveva trovato una certa stabilità economica grazie alla Shell; restava il 68% che viveva (e vive tutt’oggi) con meno di un dollaro al giorno.

La fine di Wiwa

Le cose tuttavia non potevano durare. Wiwa venne arrestato nel maggio del 1994 e, con l’accusa di aver incitato all’omicidio di alcuni presunti oppositori del MOSOP. Fu impiccato con altri 8 attivisti il 10 novembre del 1995, al termine di un processo che suscitò vive proteste da parte dell’opinione pubblica internazionale e delle organizzazioni per i diritti umani. Nel 1996 viene avviata una causa contro la Shell per dimostrare il coinvolgimento della multinazionale nell’esecuzione di Saro-Wiwa, patteggiando nel 2009 ed accettando di pagare un risarcimento di 15 milioni e mezzo di dollari.

Il Rivers State oggi

Nonostante l’operato di Wiwa c’è tuttavia ancora molto da fare. Il Rivers State è ormai oltremodo compromesso per avviare una riqualificazione del settore primario. Oltretutto dai primi anni 2000 è scoppiata una serie di conflitti nei territori del Delta del Niger per il controllo, da parte dei vari popoli, dei pozzi petroliferi. Ciò ha contribuito a frammentare ulteriormente il quadro complessivo. Tuttavia il futuro non è del tutto fosco e ci auguriamo che lo stato del Rivers possa risollevarsi, seguendo le orme della strada già tracciata dal poeta Ken Saro-Wiwa.

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