Privacy Policy Klimt. La Secessione e l’Italia in esposizione a Roma - The Serendipity Periodical
Klimt. La Secessione e l’Italia in esposizione a Roma

Klimt. La Secessione e l’Italia in esposizione a Roma

“Klimt. La Secessione e l’Italia” presso Palazzo Braschi in mostra fino al 27 marzo 2022

Gustav Klimt _ La Sposa, 1917-18 Olio su tela, 165×191 cm Klimt Foundation, Vienna © Klimt Foundation, Vienna

Klimt. La Secessione e l’Italia, in mostra presso Palazzo Braschi fino al 27/03/2022, è un’esposizione in cui si ripercorrono le tappe più significative dell’artista. Gustav Klimt, uno degli artisti europei più influenti, è anche stato cofondatore della Secessione viennese, movimento corrispondente all’abbandono – appunto “secessione” – da parte di molti artisti del circolo della Wiener Künstlerhaus (Casa degli Artisti di Vienna). Klimt è stato membro della Secessione, insieme ad altri 20 compagni, fin dalla sua fondazione risalente al 3 aprile 1897. Un movimento artistico che, mettendo insieme naturalisti, simbolisti e modernisti, ha permesso la nascita di un’arte capace di rielaborare i canoni più classici. Con un’attenzione nuova per linee, geometrie ed elementi floreali i membri della Secessione non hanno tuttavia avuto lo stesso tipo di linguaggio espressivo. Difatti nel 1905 alcuni di loro, compreso Klimt, si sono distaccati dal gruppo.  

Gustav Klimt_ Manifesto per la I Mostra della Secessione (26.03.1898-20.06.1898), dopo la censura, 1898 Litografia a colori su carta, 63,8×46,1 cm Klimt Foundation, Vienna © Klimt Foundation, Vienna

Gustav Klimt in mostra a Roma

Il Museo di Roma a Palazzo Braschi ospita una mostra che celebra la vita e l’arte di Klimt, in un’esposizione promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, co-prodotta da Arthemisia che ne ha curato l’organizzazione con Zètema Progetto Cultura. In questa mostra si ripercorre la produzione artistica di Klimt fin dagli inizi. Si possono apprezzare opere in cui il realismo è la cifra stilistica, come nell’opera “Marie Kerner von Marielaun” e altre in cui emerge chiaramente lo stile pittorico che lo ha contraddistinto, come per “Giuditta”. Quest’ultima è un’opera che sembra rappresentare al meglio l’idea che in quel periodo a inizio ‘900 si aveva rispetto alla figura della femme fatale, un essere affascinante e pericoloso al tempo stesso. L’attenzione verso la donna e il rapporto tra i sessi è infatti stato uno degli argomenti più dibattuti a Vienna all’inizio del XX secolo. Non è un caso che proprio in questo periodo a Vienna i rappresentanti della giovane disciplina scientifica della psicoanalisi sono giunti a intuizioni del tutto nuove.

Gustav Klimt _ Giuditta , 1901 Olio su tela, 84×42 cm Belvedere, Vienna © Belvedere, Vienna Photo: Johannes Stoll

Klimt e i viaggi

Tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 Klimt inizia a sperimentare il tema del paesaggio che da quel momento inizia a essere una tematica molto presente nelle sue opere insieme alle allegorie e ai ritratti. Con la sua compagna Klimt inizia a viaggiare molto, spingendosi nella campagna austriaca e nei territori italiani. Nel 1913 arriva in Italia, dove trascorre 5 settimane presso il Lago di Garda; il risultato sono tre dipinti che ritraggono queste vedute.

Cartolina di Gustav Klimt a Emilie Flöge Verona, 08.12.1903 13,7×9 cm Collezione privata Leopold

Klimt e i quadri delle Facoltà

Nel 1894 Klimt e Franz Matsch hanno ricevuto l’ordine dal Ministero della Pubblica Istruzione di dipingere allegorie monumentali per l’Aula Magna dell’Università di Vienna. Klimt rappresenta la Filosofia, la Medicina e la Giurisprudenza. Quadri monumentali oggi considerati le opere principali dell’artista. Le opere sono motivo di indignazione pubblica e il Ministero decide di non farle appendere come previsto. Sfortunatamente, tutti e tre i dipinti sono andati distrutti negli ultimi giorni della Seconda Guerra Mondiale. Oggi ne riusciamo a conoscere l’aspetto originale grazie al progetto di ricerca di Google Arts&Culture che ha utilizzato le più recenti tecnologie per ridare colore alle opere, basandosi sulle fotografie d’epoca in bianco e nero e sull’unica foto a colori in cui è rappresentata Hygieia, parte del dipinto “La Medicina”.

Gustav Klimt _ Hygieia, particolare del quadro della facoltà La Medicina Collotipia a colori dal portfolio Gustav Klimt. Eine Nachlese, a cura di Max Eisler, stampato e pubblicato dalla Tipografia di Stato, Wien 1931, 1900-1907 Litografia su carta, 4

Fanno da cornice a questi grandi lavori di Klimt, contribuendo a raccontare del periodo della Secessione viennese, anche dipinti e sculture del Museo Belvedere, firmati da altri artisti, quali Josef Hoffmann, Koloman Moser, Carl Moll, Johann Victor Krämer, Josef Maria Auchentaller, Wilhelm List, Franz von Matsch e molti altri. Cartoline autografe documentano i viaggi in Italia di Klimt, importanti per l’evolversi della sua ricerca creativa.

Vittorio Zecchin

Una mostra in cui immergersi nei colori avvolgenti di dipinti contemporanei; un’esposizione grazie alla quale fare un viaggio nella cultura artistica viennese esplorando il rapporto di Klimt con l’Italia. Un modo per conoscere meglio l’artista e apprezzare alcune delle opere più iconiche di Klimt come Giuditta ISignora in biancoAmiche I (Le Sorelle) (1907) e Amalie Zuckerkandl (1917-18),  La sposa (1917-18) e Ritratto di Signora (1916-17), trafugato dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza nel 1997 e recuperato nel 2019.

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