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L’anagnorisis e il nostos di Isabel Archer, un’eroina emersoniana

L’anagnorisis e il nostos di Isabel Archer, un’eroina emersoniana-Parte I

Ritratto di signora: alcune figure femminili di Henry James tra psicoanalisi e femminismo

Questo lavoro è tratto dall’ultimo capitolo della mia tesi di laurea magistrale Ritratti di signore: alcune figure femminili di Henry James tra psicoanalisi e femminismo, che ho scelto di dedicare alla protagonista del celebre The Portrait of a Lady, Isabel Archer, solamente dopo aver attentamente osservato con due lenti d’ingrandimento – quella della psicoanalisi e quella del femminismo– altre immagini di donne jamesiane. Ho voluto fondere in un nodo inestricabile la psiche e lo spirito, poiché sostengo che è dal comportamento di una donna, dal suo vissuto, dalla forza o dalla debolezza della propria mente che dipende il modo in cui si accende dentro di sé il fuoco del femminismo. Le donne devono scegliere se ardere tra un fuoco o l’altro fuoco, se gettarsi nel rogo della schiavitù, della prigionia, della sudditanza, del maschilismo, del patriarcato, delle convenzioni sociali o se incendiare tutto con la loro forza, purificare la società e rinascere.

L’anagnorisis e il nostos di Isabel Archer, un’eroina emersoniana-Parte I
Ritratto di ragazza, Sophy Gray di John Everett Millais- Credits www.artribune.com

Isabel Archer: una, nessuna e centomila

A Isabel Archer si può giungere realmente soltanto dopo aver navigato tra le altre figure femminili di Henry James, quei porti dove poter far scalo prima di scrutare i profondi abissi di questo geniale ritratto. L’anima della protagonista di The Portrait of a Lady è abitata da una moltitudine di donne; solo lei le conosce veramente al punto tale da potersi sacrificare per loro e liberarle, riscattandole da quel triste desino che la maggior parte delle fanciulle dell’epoca vittoriana condivideva, vittime dell’autorità degli uomini, di un’educazione in stile monastico, di una forzata castità che, come un meccanismo a orologeria, esplodeva in forti attacchi nevrotici, la cui eco si è fatta sentire in tutto il mondo e continua ancora a propagare le proprie onde sonore in molti angoli della Terra. Questo complesso e contorto ritratto che la penna di Henry James ha disegnato racchiude un’immensità di volti femminili, non solo dell’autore: da Emma Bovary a Elisabeth Bennet, da Jane Eyre a Pamela e altre ancora. Isabel è, dunque, una, nessuna e centomila e la sua anima è una commedia umana. Isabel Archer è la voce delle donne, è colei che riconoscendosi in quanto donna e divenendo consapevole della sua vera natura si adopera per condurre in salvo le altre.

Il riconoscimento di sé: l’anagnorisis di Isabel Archer 

Chi è la protagonista di The Portrait of a Lady? Isabel Archer è contemporaneamente una moltitudine di figure femminili: dalla ragazza americana autonoma, libera di pensare e agire, alla donna che finisce vittima delle convenzioni sociali del suo tempo fino a scivolare nel baratro della tirannia maschilista, a un passo dal diventare nevrotica. Ognuno di questi ritratti gioca un ruolo di fondamentale importanza nel riconoscimento da parte di Isabel della propria vera natura. È soltanto dopo aver indossato molti abiti, che si può scegliere quale ci sta meglio; è soltanto dopo essere stata più donne diverse che la nostra eroina decide quale delle tante essere veramente. Ciò significa che la metamorfosi che la protagonista subisce è inevitabile, affinché ritrovi se stessa; dunque, mi spingo a definire il romanzo di James il viaggio necessario che Isabel compie attraverso di sé per riscoprirsi. A questo punto, parlando della riscoperta del proprio Io, ho richiamato alla mente una delle tante pubblicazioni di Piero Boitani, in cui il critico analizza alcuni dei grandi capolavori della letteratura secondo il principio aristotelico dell’anagnorisis, ovvero del riconoscimento di se stessi o degli altri. Pertanto, il mio obiettivo è quello di osservare le due scene di riconoscimento all’interno dell’opera che porteranno la protagonista a liberare non soltanto se stessa dalla condizione in cui si trova, ma ad aprire tutte le prigioni in cui sono rinchiuse le donne dell’epoca. Il mio intento è, dunque, quello di fondere il pensiero di Boitani alla psicoanalisi, per meglio osservare il ritratto di Isabel Archer, dalla cui agnizione – come vedremo successivamente – dipenderà anche il suo spirito femminista di matrice emersoniana.

L’anagnorisis e il nostos di Isabel Archer, un’eroina emersoniana-Parte I
Ofelia di John Everett Millais – Credits www.lasottilelineadombra.com

Isabel Archer e il riconoscimento dell’errore

Essendo già a conoscenza del concetto di Wiedererkennen, avendo già letto varie pubblicazioni di Piero Boitani, mentre avevo tra le mani The Portrait of a Lady, mi sono resa conto della presenza di ben due momenti di anagnorisis della protagonista, che ritengo necessari per comprendere en profondeur questa geniale figura femminile di Henry James. Leggendo attentamente le parole di Aristotele, che nella Poetica afferma: “Il riconoscimento (anagnorisis)[…] è un mutamento da ignoranza a conoscenza”, potremmo intuire come il mutamento di Isabel è stato necessario per arrivare a conoscersi, tanto che come sostiene Boitani è proprio l’anagnorisis che “ci fa conoscere la verità e l’essere delle persone.” Secondo la tesi di Giovanni Bottiroli, tutta l’opera di James ruoterebbe attorno all’errore di Isabel nell’aver sposato Gilbert Osmond. Sebbene io preferisca parlare di “riconoscimento dell’errore”, questo è soltanto uno dei due punti centrali del romanzo, la prima delle due fasi del riconoscimento di Isabel, poiché prima di arrivare alla scena finale di anagnorisis al termine del racconto, la fanciulla diviene consapevole del suo stato di infelicità e repressione, non sentendosi amata da suo marito e non potendo appagare il proprio desiderio sessuale.

Articolo di

Claudia Ricci

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