Privacy Policy La natura come poesia in "Le Tigri di Mompracem" di Emilio Salgàri - The Serendipity Periodical
La natura come poesia in "Le Tigri di Mompracem" di Emilio Salgàri

La natura come poesia in “Le Tigri di Mompracem” di Emilio Salgàri

La natura come poesia in “Le Tigri di Mompracem” di Emilio Salgàri

Quando Salgàri si approccia a descrivere la dolcezza della natura nella sua opera Le Tigri di Mompracem, è come se afferrasse un pennello e spandesse su una tela vergine parole come macchie di colore. Sapientemente costruisce un’immagine della natura così vera e viva. In questo modo il lettore può solo immergersi nella lettura come se avesse di fronte un quadro fatto di sfumature, profumi, suoni e sensazioni. Con descrizioni paesaggistico-naturali di un’infinita bellezza Le Tigri di Mompracem si trasforma così in un’opera dove la natura diventa poesia.

La natura come poesia in "Le Tigri di Mompracem" di Emilio Salgàri
Copyright immagine marioxmancini.medium.com

Quando Salgàri scrive della natura è come se dipingesse un quadro ad acquerelli. La sua abilità narrativo-descrittiva permette al lettore di immaginare un vero e proprio dipinto sapientemente realizzato e definito con contorni reali. Il lettore rimane rapito da una lettura così coinvolgente e spesso fa fatica a distinguere la realtà dalla finzione. I colori e le fragranze sono nitidi e la musicalità delle frasi avvolge ed inebria ponendo chi legge come sotto l’influenza di un incantesimo letterario. La narrazione Salgariana si accosta così all’arte visuale: intride le pagine di tinte icastiche.

La dolcezza della natura

Nel brano che segue – estratto da Le Tigri di Mompracem – suggerendo un senso di calma e tranquillità, Salgàri presenta una natura pura e incorrotta. Essa è incontaminata e misteriosa. È esotica ed erotica. È come un gemito di donna sotto la luce della luna. È un corpo profumato adagiato nel silenzio della notte e dolcemente accarezzato da un placido vento. È un momento d’estasi.

“La notte era magnifica. La luna, quell’astro delle notti serene splendeva in un cielo senza nubi, proiettando la pallida sua luce d’un azzurro trasparente, d’una infinita dolcezza, sopra le mormoranti acque del fiumicello e riflettendosi con vago tremolio sui flutti dell’empio mare della Malesia. 

Un soave venticello, carico delle esalazioni profumate delle grandi piante, agitava con lieve sussurrio le fronde e scendendo la placida marina moriva nei lontani orizzonti dell’ovest. Tutto era silenzio, tutto era mistero e pace.

Solo di tratto in tratto udivasi la risacca che si rompeva con monotono gorgoglio sulle deserte sabbie del lido, il gemito della brezza che pareva un flebile lamento e un singhiozzo che s’alzava sul ponte del praho corsaro.”

L’esperienza sensoriale

Come si può notare, nelle sezioni descrittive dedicate ai paesaggi naturali, Salgàri utilizza uno stile più poetico rispetto allo stile utilizzato per la narrazione degli eventi che hanno lo scopo di reggere la trama. Si noti come l’autore, accostandosi al linguaggio poetico, intraprende la strada dell’esperienza sensoriale. Il lettore viene investito e coinvolto a tutto tondo in questa esperienza, soprattutto grazie all’utilizzo di parole inerenti al senso dell’udito quali: “mormoranti”, “sussurrio” e “udivasi”. E non solo, esalta il senso di pace e serenità grazie ad aggettivi e sostantivi quali: “soave”, sussurrio” e “gorgoglio” e ancora “silenzio“, “mistero” e “pace”.

 

Copyright http://themagickingdomill.blogspot.com

Sembra di vedere, sentire e toccare. Insomma, la potenza poetica di questo brano, alberga nell’abilità narrativo-descrittiva di Salgàri che magistralmente alterna il senso dell’udito al senso della vista e dell’olfatto. L’uno non prescinde l’altro, in un alterno gioco di sensazioni. Resterà stupito il lettore, quando noterà che sarà possibile leggere le meravigliose descrizioni paesaggistiche dallo stampo più marcatamente poetico separatamente dalla linea narrativa principale. In questo senso, Le Tigri di Mompracem può essere definita una metaopera: ovvero l’opera nell’opera, la poesia nel romanzo.

Sandokan: il pirata che sfidava la natura 

Fino ad ora si è vista ed analizzata la natura incorrotta e misteriosa nell’opera Salgariana, tuttavia, sarebbe riduttivo analizzare soltanto questo suo aspetto. Nel brano che segue si vedrà come, la natura dall’indole ribelle, susciti nell’autore tanto fascino quanto la natura pacifica. Soprattutto quando la natura è padrona di sè stessa ed irrompe prepotentemente sull’uomo con una potenza inaudita. Di fronte ai suoi eccessi, l’uomo può soltanto restare a guardare ed aspettare che si plachi. L’ormai senza tempo, alterco tra uomo e natura, il quale spesso sfocia nella follia e nell’autodistruzione dell’uomo, è per Salgàri materia di interesse. Nel brano che segue, la descrizione di una burrasca è così straordinariamente reale da far sentire il lettore davvero su un “guscio di noce” in balia degli “scatenati elementi”.

La natura come poesia in "Le Tigri di Mompracem" di Emilio Salgàri
Copyright www.ilgiornale.it

“Il praho, vero guscio di noce che sfidava la natura irritata, affogato dai marosi che lo assalivano d’ogni parte, barcollava disordinatamente ora sulle creste spumeggianti delle onde e ora nel fondo di mobili abissi, rovesciando gli uomini, facendo scricchiolare gli alberi, sbattere i boscelli e crepitare le vele con tanta forza che parevano fossero sempre lì lì per scoppiare […] 

Era bello vedere quell’uomo, fermo alla ribolla del timone, cogli occhi in fiamme, coi lunghi capelli sciolti al vento, irremovibile fra gli scatenati elementi che ruggivano a lui d’intorno; era ancora la Tigre della Malesia che non contento di aver sfidato gli uomini sfidava ora i furori della natura.”

La natura ribelle

Ecco quindi che, in questo stralcio la natura assume una nuova sfaccettatura, assai differente da quella precedentemente analizzata, diventando così ribelle. Se prima, Salgàri nella sua narrazione, ha giocato sull’aspetto sensoriale, questa volta intraprende un nuovo gioco, affidando la descrizione agli elementi acqua e fuoco. Eccezionale è la contrapposizione tra il mare, che appartiene all’elemento dell’acqua e che rappresenta la natura e lo sguardo infuocato di Sandokan che rappresenta il mondo degli uomini. Un’antitesi che pone natura e uomo su due piani opposti, ma non diversi. Il valore di Sandokan di fronte alla collera della tempesta lo pone sullo stesso piano della natura, che riconoscendone la temerarietà, lo risparmia. Nonostante l’uomo sembri così piccolo di fronte ai flutti del mare in tormenta, egli non demorde e sfida l’ira della natura con occhi di fuoco volti verso un orizzonte lontano. Sà che per questa volta ne uscirà sano e salvo. In conclusione, nonostante Salgàri sia da sempre stato considerato lo scrittore per ragazzi per eccellenza, si è visto come all’interno della sua opera, insieme ad una narrazione semplice all’apparenza, coesistono perle letterarie di inestimabile valore.

 

Bibliografia 

Emilio Salgari, Le Tigri di Mompracem, Giunti Demetra (Tratto dalla versione originale Donath, 1901)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati

Inizia a scrivere il termine ricerca qua sopra e premi invio per iniziare la ricerca. Premi ESC per annullare.

Torna in alto