Privacy Policy Riesci a vedere il cielo stellato? L’inquinamento luminoso raccontato da Calvino - The Serendipity Periodical
Riesci a vedere il cielo stellato? L’inquinamento luminoso raccontato da Calvino

Riesci a vedere il cielo stellato? L’inquinamento luminoso raccontato da Calvino

L’inquinamento luminoso raccontato attraverso la novella “Luna e GNAC” di Italo Calvino

Dolce e chiara era la sera del dì di festa di Giacomo Leopardi, e il suo cielo notturno buio e sereno permetteva alla luna di «rivelare ogni montagna». Qualche anno dopo, durante la notte del dieci Agosto, Giovanni Pascoli parlerà di un cielo dall’aria tranquilla, in cui era possibile ammirare tante stelle sfavillanti ardere e cadere.
Proviamoci anche noi: aspettiamo la notte, affacciamoci alla finestra e proviamo ad ammirare il cielo stellato. Ecco, sappiate che l’80% della popolazione mondiale avrà difficoltà ad eseguire questa semplice richiesta. La causa è l’inquinamento luminoso provocato dalla luce artificiale utilizzata durante le ore notturne: secondo stime del 2017, otto italiani su dieci non possono vedere il cielo stellato incontaminato.

Riesci a vedere il cielo stellato? L’inquinamento luminoso raccontato da Calvino
Effetti dell’illuminazione urbana – credits: luxemozione.com

Che cos’è l’inquinamento luminoso?

L’inquinamento luminoso è una forma di alterazione ambientale, che provoca danni evidenti come tutte le altre forme di inquinamento, di cui forse sentiamo parlare più spesso. Questi danni riguardano tanto l’ecosistema quanto la nostra salute. Esso è causato dalle luci artificiali che ritroviamo all’interno delle nostre aree urbane e suburbane, e rappresenta un dispendio economico innecessario, nonché un esagerato spreco di risorse.

Luna e GNAC

Italo Calvino ha inserito il tema dell’inquinamento luminoso all’interno di una delle venti novelle che compongono la raccolta Marcovaldo, pubblicate ad episodi sulle pagine dell’«Unità» e successivamente in un volume unico Einaudi nel 1963. Anche se non è specificato il nome della città in cui sono ambientate queste brevi storie, molto probabilmente la città d’ispirazione fu Torino, dove Calvino visse per molti anni: essa è una città molto industrializzata, e quindi caratterizzata da cemento, ciminiere, fumo, grattacieli e traffico.

Riesci a vedere il cielo stellato? L’inquinamento luminoso raccontato da Calvino
Illustrazione della scritta GNAC sull’abitazione di Marcovaldo – credits: teatrobergamo.com

«La notte durava venti secondi, e venti secondi il GNAC.»

L’ultima parte dell’insegna pubblicitaria a led della ditta “Spaak – Cognac” campeggia di fronte all’abitazione della famiglia di Marcovaldo, accendendosi e spegnendosi a ritmo continuo, per tutta la notte, provocando reazioni diverse nei personaggi che compongono il nucleo familiare. All’interno della breve novella possiamo ritrovare diversi spunti che, pur nel linguaggio giocoso di una storia per bambini, non si allontanano dalla realtà dei danni causati dall’inquinamento luminoso.

Di quali danni si tratta?

Effetti sulla vita degli animali notturni. Gli animali notturni dormono durante il giorno e sono attivi di notte. Le luci artificiali alterano radicalmente il loro ambiente notturno, dandogli le caratteristiche del giorno. Pensiamo a diverse specie di uccelli che migrano o cacciano di notte, sotto la luce della luna e delle stelle: moltissimi di loro perdono la rotta o si schiantano contro palazzi e torri illuminati artificialmente. I gatti e le gatte di Marcovaldo, che sui tetti lanciano «gnaulii d’amore», preparandosi all’accoppiamento durante i venti secondi di buio, quando ritorna la violenta luce fosforescente del neon si acquattano a pelo ritto, in posizione di difesa.

Il nostro ritmo circadiano

Gli esseri umani seguono un ritmo naturale di veglia e sonno influenzato dalla ciclicità di luce e buio. I ricercatori hanno dimostrato che non riuscire ad esperire un vero stato di buio, di notte, ed essere sottoposti a forme di illuminazione artificiale incrementi i rischi di obesità, depressione, disturbi del sonno, diabete, e molto altro.
Domitilla, la moglie di Marcovaldo, durante i venti secondi di buio sente la necessità di dire ai figli di andare a dormire, ma ecco che, appena si riaccende la scritta GNAC, tutto torna ad essere luminoso, e dimentica il suo rimprovero.

Senza luna non c’è amore

Non solo Leopardi sospirava di fronte al cielo notturno. Anche Isolina e Fiordaligi, figli di Marcovaldo, si lasciano trasportare da dolci sentimentalismi: i venti secondi di buio concedono alla prima di struggersi al chiar di luna, e al secondo di mandare baci sulle dita a una giovinetta che gli appare da un abbaino del palazzo di fronte.
Quando i led della scritta GNAC tornano a disturbare la notte e il cielo stellato, ecco che i due giovani sentono scivolar via il loro sentimento: Isolina sente la nostalgia delle sale da ballo illuminate, e si sente terribilmente sola; Fiordaligi non riesce più a distinguere i tratti della sua innamorata a distanza.

Una notte senza stelle, una notte inquinata e corrotta, è una notte in cui perfino l’amore sembra più difficile da fare e da pensare.

 

Sitografia

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