Privacy Policy Craxi e la modernizzazione ambigua - The Serendipity Periodical
Craxi e la modernizzazione ambigua

Craxi e la modernizzazione ambigua

Alcune pillole di curiosità su uno degli uomini politici italiani più influenti del Novecento

Italia: siamo nel pieno del boom economico degli anni ottanta, sulla scena politica nazionale irrompe con tutta la sua caparbietà e arroganza un leader giovane e ambizioso, si tratta del segretario del Partito Socialista, Bettino Craxi. Egli fino ad allora si trova a guidare il Psi, partito minoritario della sinistra italiana, vassallo della Democrazia Cristiana. Egli vorrebbe isolare il Partito Comunista, per poter essere l’unico interlocutore a sinistra. In quel periodo non si sa cosa sta succedendo, ma Craxi silenziosamente sta iniziando a scrivere le pagine della politica italiana fino all’era di “Tangentopoli”. Ma vediamo di capire bene chi era Bettino Craxi. Figlio del noto avvocato Vittorio Craxi, nasce a Milano nel 1934 e muore a Hammamet in Tunisia il 19 Gennaio del 2000. Segretario del Psi dal 1976 al 1993, Craxi è stato presidente del consiglio dal 1983 al 1987. Da sempre filo palestinese, amico del leader dell’Olp Arafat in politica estera assume una posizione equidistante nel conflitto israelo-palestinese.

L’opinione pubblica

In politica interna varò una serie di misure economiche molto importanti per la modernizzazione del paese, come la scala mobile, il tasso di inflazione programmata ed altre ancora. Si pensi che lo stesso Tony Blair leader dei laburisti inglesi durante il suo mandato come primo ministro si ispirò a Craxi nelle sue riforme. Dopo aver parlato di Craxi in maniera piuttosto sommaria, approfondiamo la sua figura, in quanto quest’anno ricorre il ventennale della sua morte.  E’ stato il primo uomo politico a polarizzare sia la politica che l’opinione pubblica: “ o con me o contro di me”. Il leader socialista aveva tanti amici, ma anche tanti nemici che non aspettavano altro che estrometterlo dalla vita politica. Si osservi il lancio delle monetine all’Hotel Raphael a Roma.

Bettino Craxi pur essendo uomo di sinistra che si richiamava ai valori fondanti del socialismo europeo, durante la stagione di mani pulite fu osteggiato dal Partito Comunista che vantava una presunta superiorità morale. Egli come già sottolineato si poneva in alternativa alla sinistra berlingueriana, che lo considerava il capro espiatorio delle nefandezze che avevano caratterizzato la politica italiana dal dopoguerra fino agli novanta (stagione di tangentopoli). Alla stregua di Alcide de Gasperi è stato uno dei pochi leader italiani ad avere una visione strategica di lungo periodo. Cercò di modernizzare il paese, ma anche di costruire una sinistra europea, moderna, lontana dall’ideologia comunista. Fu il primo presidente del consiglio che adottò una politica estera, occidentale, filo atlantica, ma molto attenta agli interessi nazionali. Craxi forte della sua educazione laica e liberale interpretò a sua volta in modo laico e liberale il rapporto con la chiesa, firmando il concordato con il cardinale Casaroli nel 1984.

Il declino e gli scandali

Dopo la fine del 1987 fu ministro del bilancio e della programmazione economica, ma da allora in poi comincia una vorticosa discesa che porterà Craxi, soprattutto con “Mani pulite”, ad un lento e inesorabile declino politico. Quando nel 1992 scoppia “Tangentopoli”, tutti i partiti della prima repubblica vengono travolti da inchieste giudiziarie relative a finanziamenti illeciti. Anche il Partito Socialista non ne rimane indenne. Viene raggiunto da avvisi di garanzia quasi tutto l’establishement del psi, compreso Craxi. Dopo essersi difeso in parlamento, e nei tribunali Craxi decide nel 1994 di fuggire ad Hammamet dove morirà nel 2000 a causa di seri problemi epatici e renali. Egli considera Hammamet come un esilio, ma per i giudici si tratta di latitanza. Dal 1994 inoltre, non farà più ritorno in Italia e i funerali si celebreranno nella località vicino Hammamet dove fino a quel momento aveva vissuto. Ancora oggi la sua memoria suscita sentimenti contrastanti: c’è chi lo ricorda come un pioniere della modernizzazione del paese e della politica italiana, e chi invece l’esponente di spicco del sistema politico-affaristico sgominato dal pool di “Mani pulite”.

Craxi e la modernizzazione ambiguaL’illecito

Sicuramente Craxi e il Partito Socialista hanno beneficiato di finanziamenti illeciti in cambio di appalti nella costruzione di infrastrutture. Tuttavia il sistema del finanziamento illecito risale agli inizi della storia repubblicana e ha coinvolto tutti i partiti della prima repubblica, anche quelli di opposizione. Le donazioni illecite erano custodite nei forzieri di qualsivoglia movimento politico. Infatti lo stesso Partito Comunista Italiano che si auto eleggeva ad alfiere della legalità, si dimostrò secondo Craxi “una delle più potenti macchine burocratiche dell’Europa occidentale” che riceveva finanziamenti dall’ex Unione Sovietica.

Quindi si può dedurre che nonostante il suo esilio a Hammamet , Craxi è stato uno dei pochi a pagare il prezzo più alto  nell’ambito della corruzione e del malaffare. Basti pensare, infatti che molti ex socialisti ed ex democristiani corrotti non hanno scontato nemmeno un giorno di carcere e attualmente sia dentro, che fuori dal parlamento influenzano la vita politica nazionale. Inoltre alcuni politici di spicco dell’epoca di “Tangentopoli”, come Frigerio (DC) e Greganti (PCI) sono stati al centro di inchieste riguardanti il “Mose” di Venezia e  “l’Expo” di Milano.

 

Tutto ciò per ribadire che la corruzione e l’illegalità politica non sono e non sono state impersonate da Craxi, ma sono mali atavici che affliggono la politica da sempre. Tali metastasi si possono combattere solo attraverso una giustizia certa e una rivoluzione culturale che parta dal basso e che abbia come presupposto l’indignazione della gente comune, la quale dopo “Tangentopoli” ha visto svanire in molti casi le speranze lavorative per i propri figli, che spesso pagano ingiustamente il prezzo di questa politica truffaldina rimanendo disoccupati.

 

 

Articolo di

                                                                                         Lucio Altina

 

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