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Il Don Giovanni- l’incorreggibile libertino conquista ancora

Il Don Giovanni – l’incorreggibile libertino conquista ancora

Il Don Giovanni inaugura la stagione al Teatro delle Muse

A pochi giorni dalla riapertura al completo dei teatri, va in scena Il Don Giovanni di Cesare Cesarini, regista e interprete, al Teatro delle Muse. Un’occasione per divertirsi, perché di una commedia brillante stiamo parlando, guardando una delle mille e più versioni teatrali che sono state date finora del Don Giovanni. L’opera si basa principalmente sul capolavoro di Molière. Con variazioni tratte dal libretto d’opera del Da Ponte, il tutto servito attraverso l’interpretazione originale offerta dall’ Accademia dei Bardi.

Don Giovanni, una scena della performance

Don Giovanni, la macchina umana

In un mondo dove ognuno bada solo al proprio tornaconto, il nostro protagonista è il capofila dei miscredenti. Sempre pronto a dichiarare amore e sempre pronto a mentire, promettendo di convertirsi ad una vita più morigerata e osservante della religione, in un prossimo futuro. L’umanità degenerata che sfila sul palco non  è sottoposta ad un approfondito scavo psicologico, ma riprende volutamente spunto dalla commedia dell’Arte. Qui ogni figura risponde ad un preciso “tipo” comico, permettendo alla commedia di rimanere tale e non scadere nel tragico. Una certa insistenza sull’azione come unico atto di espressione dell’umanità, a discapito dell’espressione dei sentimenti, accentua la povertà d’animo di quasi tutti i personaggi e ricorda non poco certe scene del Casanova di Fellini. L’ambientazione è semplice. La scena infatti è totalmente “riempita” dalle azioni frenetiche dei personaggi, tra baruffe, botte, inseguimenti e amplessi dissimulati tramite espedienti scenici molto efficaci. Tuttavia si tratta di una vera e propria commedia in costume, con tanto di maschere, alcune delle quali decisamente singolari…

Nessuna crisi di mezza età per Don Giovanni

In un’opera che parla di un uomo senza Dio, il richiamo al divino è sempre presente. Dal servo Sganarello che invita il padrone a non comportarsi così male, alla scena del mendicante che si affida fatalisticamente alla religione. Sino al finale voluto dal Cielo. Questa è infatti la storia di un uomo che fino alla fine crede solo in quello che sente ed è pronto a sfidare il divino. Incurante delle conseguenze. Cesare Cesarini nei panni di Don Giovanni è un personaggio carismatico ed elegante. Tuttavia, raccoglie, nonostante le malefatte, o forse proprio grazie a quelle, la simpatia del pubblico. E’ ormai anziano, ma ciò non lo frena dalla soddisfazione delle sue perversioni, anzi, proprio il poco tempo che gli rimane è un incentivo alla ricerca ostinata del piacere. Nessun pentimento, neanche di fronte al deus ex machina nell’epilogo che incarna una sorta di giustizia divina.

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