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TUTTO SUA MADRE

Tutto sua Madre- Recensione

Tutto sua Madre- viaggio interiore e coming out al contrario di Guillaume

Luce morbida: sullo sfondo una parete con motivi floreali, un letto, una  poltrona con accanto una lampada. Una tipica casa moderna, o forse no.  Entra Guillaume, la luce si spegne, Guillaume accende una candela: 

Mamma ti racconto il mio viaggio in Spagna

È così che inizia “Tutto sua Madre”, in scena al Teatro Quirino dal 5 al 10  ottobre con la regia di Roberto Piana. Dopo l’incredibile successo avuto in  Francia e l’adattamento cinematografico vincitore di 5 premi Cesar, a  debuttare sui palcoscenici italiani è Gianluca Ferrato, che con grande  maestria racconta una ricerca identitaria interpretando più di 15 personaggi  diversi, i quali contribuiscono a dare alla storia una nota ora comica ora  commovente in uno scontro serratissimo di emozioni contrastanti.

TUTTO SUA MADRE
Tutto sua Madre-Teatro Quirino

La messa in scena

La direzione verso cui vuole tendere il racconto viene già presagita dalle  prime battute, Guillaume infatti inizia con il raccontare a sua madre del  suo viaggio. Un viaggio più psicologico che fisico. In Spagna il suo amico  gli insegna a ballare, ma nel momento dell’esibizione tutti gli ridono in  faccia dicendo: “solo le señorite si muovono così”. In realtà questa non è la  prima volta che Guillaume viene trattato così, una frase ricorrente nel  corso del racconto è quella pronunciata dalla madre al momento della  cena: “uomini a tavola, Guillaume anche tu”.  Ecco che emerge il punto nevralgico della ricerca: tutti sono convinti che  lui sia omosessuale. Tra i più importanti sostenitori di questa tesi c’è sua  madre, il cui giudizio pesa più degli altri.  

Il rapporto di Guillaume con la madre

Guillaume ha un rapporto del tutto singolare con la madre, donna dal  carattere scorbutico e freddo, che tuttavia rappresenta una sorta di esempio  da seguire per il figlio. Infatti a Guillaume piace essere considerato una  femmina perché ciò significa somigliare alla mamma. Guillaume ha un  fascino per i vestiti colorati ed eleganti, non ama fare sport, adora ballare  in modo sensuale e si sente a suo agio nell’esternare le proprie emozioni.  Per questa serie di caratteristiche, viene considerato una femmina. L’atteggiamento consapevole e menefreghista della madre si scontra con  quello ricalcitrante del padre che

vuole a tutti i costi che io mi comporti  da maschio 

Una vita da Diverso

Insomma, una vita passata a sentirsi il Diverso è quella di Guillaume, una  diversità con cui però non si trova in sintonia. Guillaume ha sempre  cercato di trovare un suo spazio nell’etichetta che gli altri gli hanno di continuo addossato, però ora capisce che in quell’etichetta non si è mai  riconosciuto e mai potrà farlo. Episodio centrale di questa consapevolezza  è l’incontro con una donna, Amandin, di cui Guillaume si innamora  profondamente. In passato aveva provato, quasi mosso da un dovere, ad innamorarsi di un  uomo, ma subito l’interesse era svanito quando si accorse che quell’uomo  era troppo uomo. Guillaume invece ama le donne in tutte le loro  sfaccettature, dal modo particolare che hanno di respirare al movimento  che fanno per accavallare le gambe e il suo volergli assomigliare non vuol  dire indistintamente essere omosessuale.

TUTTO SUA MADRE
Tutto sua madre- Teatro Quirino

Dicotomia uomo/donna

La distinzione netta tra uomo e  donna viene portata avanti per tutto il racconto con una nota velatamente  ironica. Da una parte l’eleganza femminile, dall’altra la rozzezza maschile,  di qua l’emozione e il sentimentalismo, di là la freddezza e l’anaffettività.  In realtà questi ideali sembrano cadere già dagli stessi racconti di  Guillaume: tutte le donne con cui entra in contatto sono insipide e sciatte, a  riprova del fatto che le canonizzazioni non hanno un riscontro univoco  nella realtà. 

Etichette

Sul finale dello spettacolo Guillaume confessa due cose alla madre: la  prima è che vuole scrivere uno spettacolo su un ragazzo incompreso, che è  costretto ad accettare la sua omosessualità poiché la sua famiglia lo  considera tale; la seconda è che sposerà Amandin. La madre rimane  impietrita, ha paura di perderlo.  È in nome di questa paura che ha sempre dato per scontato che fosse gay?  Forse in questo caso l’appello alla paura vuole avere un respiro più ampio,  forse è la stessa paura di una mancanza di confini, e quindi di dominio, che  ci spinge a voler attribuire a tutti i costi delle etichette. Etichette che molto spesso opprimono, soffocano. Come nel caso di Guillaume, vittima di un  fraintendimento crudele e di una valutazione familiare irrazionale. Non si può dire che Guillaume abbia concluso il suo viaggio, quantomeno  però ha trovato la direzione verso cui procedere. Questa direzione non lo  vede o maschio o femmina, lo vede innamorato di Amandin e desideroso  di libertà.

Articolo di

Alice Balestrieri

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